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Cos’è il Centro

Il Centro siciliano di documentazione è il primo centro studi sulla mafia sorto in Italia.
Fondato nel 1977 da Umberto Santino e Anna Puglisi, si è formalmente costituito come associazione culturale nel maggio del 1980 ed è stato intitolato al militante della Nuova Sinistra Giuseppe Impastato, assassinato dalla mafia il 9 maggio 1978.
Dal 1998 il Centro si è trasformato in Onlus (Organizzazione non lucrativa di utilità sociale). Nel dicembre del 2019 il Centro ha ottenuto dalla Prefettura di Palermo il riconoscimento come persona giuridica.

Lo statuto prevede due forme di adesione: soci ordinari, che partecipano continuativamente alle attività del Centro; amici del Centro, collaboratori esterni.

Gli scopi. Il Centro ha lo scopo di sviluppare la conoscenza del fenomeno mafioso e di altri fenomeni ad esso assimilabili, a livello nazionale ed internazionale; promuovere iniziative allo scopo di combattere tali fenomeni; elaborare e diffondere un’adeguata cultura della legalità, dello sviluppo e della partecipazione democratica.

Le attività. Il Centro ha iniziato la sua attività nel giugno del 1977 con il convegno «Portella della Ginestra: una strage per il centrismo». Successivamente ha prodotto studi e ricerche; svolto attività di informazione e di educazione nelle scuole e in istituti universitari, in Italia e all’estero; promosso iniziative di mobilitazione (a cominciare dalla manifestazione nazionale contro la mafia, la prima nella storia d’Italia, svoltasi il 9 maggio 1979) e di aggregazione sociale e ha avuto un ruolo decisivo nell’inchiesta sull’omicidio Impastato. Il Centro si è impegnato nel movimento per la pace, contro la globalizzazione neoliberista e per una globalizzazione della partecipazione democratica e dei diritti umani, sostenendo i senzacasa e le donne vittime di tratta.

Le ricerche. Con il progetto di ricerca Mafia e società, il Centro ha avviato un’analisi scientifica del fenomeno mafioso, svolgendo ricerche sull’omicidio a Palermo, sulle imprese mafiose, sul traffico internazionale di droghe, sul rapporto mafia-politica, sulle idee di mafia, sulla storia della mafia, sulla storia del movimento antimafia, su mafia e globalizzazione, sul ruolo delle donne nella mafia e nel movimento antimafia. Le ricerche sono state pubblicate in volumi editi dal Centro o da case editrici. La biblioteca. Aperta nel 1980, nel corso del 1981 si è costituita come biblioteca pubblica. Possiede circa 8.000 volumi, in gran parte riguardanti la mafia e altre forme di criminalità organizzata. Come biblioteca specializzata su tali temi è una delle più cospicue esistenti. Per mancanza di personale, la biblioteca è aperta solo per appuntamento. L’emeroteca possiede più di 200 testate di pubblicazioni periodiche, estinte o in corso.
L’archivio raccoglie atti giudiziari sulla mafia, documenti vari su mafia, pace e disarmo, partiti politici, sindacati, associazioni etc.

La sede. La sede del Centro è in via villa Sperlinga 15, 90144 Palermo.
Telefono: 0916259789; email: centroimpastato@gmail.com; sito: www.centroimpastato.com; codice fiscale: 02446520823.

Il Centro è autofinanziato, poiché contesta le pratiche clientelari di erogazione del denaro pubblico. Negli anni passati ha ricevuto soltanto piccoli contributi del Comune e della Regione siciliana e un contributo della Comunità europea per un “Progetto droga”, svolto assieme al CISS (Cooperazione internazionale Sud-Sud). La richiesta di una legge regionale che regoli la concessione dei contributi, avanzata nel 1987, finora non è stata accolta

Il No mafia Memorial. Per la mole dei materiali raccolti e per le attività svolte dal Centro l’attuale sede è inadeguata, e il Centro da anni propone la creazione di un Memoriale – laboratorio della lotta contro la mafia, un cantiere aperto per la realizzazione di uno spazio multimediale, che sia insieme: un percorso museale sulla mafia e sull’antimafia, dalle origini ai nostri giorni; un laboratorio didattico, gestito da docenti e studenti; una biblioteca, una mediateca, un archivio di documenti e una banca dati; un luogo di ricerca, di incontro e di progettazione. In breve: uno spazio da vivere e non solo un museo da visitare.

 Il Palazzo Gulì. Il 30 dicembre del 2015 la Giunta comunale di Palermo ha condiviso il progetto del Centro e ha deliberato la realizzazione del No mafia Memorial, impegnandosi a mettere a disposizione i locali di Palazzo Gulì. Il palazzo è in via Vittorio Emanuele 353, nel centro storico di Palermo, area pedonale dopo il riconoscimento dell’Unesco dei monumenti del periodo Arabo-Normanno come patrimonio mondiale dell’Umanità. Il 5 giugno 2017 è stato firmato il protocollo per l’assegnazione dei locali, tra il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, e il presidente del Centro, Umberto Santino. Il 23 maggio 2018 sono stati consegnati i locali.

L’avvio delle attività. A dicembre del 2018 il No mafia Memorial ha avviato l’attività con l’allestimento e l’esposizione della mostra “Sicilian Bandits. Il banditismo siciliano nel secondo dopoguerra”. Successivamente sono state allestite le mostre “Peppino Impastato. Ricordare per continuare”; “Mafia e droga”; “Funerali di Stato”, dedicata ai rappresentanti delle istituzioni vittime di mafia. Sono state esposte, anche le mostre temporanee: su “Satira e mafia”; “Le Sicilie”, con opere di Pino Manzella, compagno di Peppino, e ospitate una mostra su Mario Francese, giornalista ucciso dalla mafia nel gennaio 1979 e un’altra sulle vittime di tratta. Tutte le mostre hanno avuto un gran numero di visitatori, alcune sono state accompagnate da incontri e riflessioni sui temi in argomento e hanno dato vita a laboratori didattici, gestiti da un gruppo di docenti di varie scuole, di ogni ordine e grado.

I partner. RAI, Banca etica, Cesvop (Centro di servizi per il volontariato di Palermo), Forum regionale del Terzo settore, Movi (Movimento di volontariato italiano), Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato, Addiopizzo, Addiopizzo Travel, Cgil Palermo, Federazione nazionale della stampa, Ordine dei giornalisti, Solidaria, Donne di Benin City, daSud, GAM (Galleria d’arte moderna di Palermo); media partner: l’agenzia di comunicazione sociale YesIAm e Visiva.

Le adesioni. Il progetto ha raccolto molteplici adesioni, a livello locale, nazionale e internazionale, tra cui familiari di vittime, fondazioni e associazioni, studiosi, docenti, giornalisti, e si avvale della collaborazione di operatori culturali con una lunga esperienza sul terreno degli allestimenti di gallerie e di mostre.

Come sostenere il Centro e il No mafia Memorial. Con il 5×1000 destinato al Centro, con l’indicazione. Con un bonifico sul conto corrente presso la Banca Etica, utilizzando l’Iban: IT49G0501804600000012327615. Utilizzando Paypal e carte di credito; con le raccolte sui Social media; partecipando al crowfunding; diventando sostenitore o amico del Memoriale; donando un oggetto, un cimelio, un’opera d’arte; partecipando alle attività del Memoriale come volontario. Per la campagna di comunicazione e raccolta fondi è stato allestito il sito www.nomafiamemorial.org, con pagina Facebook.

I fondatori del Centro

Umberto Santino, presidente del Centro, si è laureato in Giurisprudenza presso l’Università di Palermo nel 1961, ha militato nei gruppi di Nuova Sinistra e dal 1977, anno di fondazione del Centro, opera a tempo pieno presso il Centro.
È stato docente universitario a contratto ed è autore di vari saggi, tra cui: L’omicidio mafioso (1989); L’impresa mafiosa. Dall’Italia agli Stati Uniti (1990) e Dietro la droga. Economie di sopravvivenza, imprese criminali, azioni di guerra, progetti di sviluppo (1993) con Giovanni La Fiura; La borghesia mafiosa (1994); La mafia interpretata. Dilemmi, stereotipi, paradigmi (1995); La democrazia bloccata. La strage di Portella della Ginestra e l’emarginazione delle sinistre (1997); L’alleanza e il compromesso. Mafia e politica dai tempi di Lima e Andreotti ai giorni nostri (1997); Storia del movimento antimafia. Dalla lotta di classe all’impegno civile (2000, 2009); La cosa e il nome. Materiali per lo studio dei fenomeni premafiosi (2000); Dalla mafia alle mafie. Scienze sociali e crimine organizzato (2006); Mafie e globalizzazione (2007); Breve storia della mafia e dell’antimafia (2008, 2011); L’altra Sicilia. Caduti nella lotta contro la mafia e per la democrazia dai Fasci siciliani ai nostri giorni (2010);
Don Vito a Gomorra. Mafia e antimafia tra papelli, pizzini e bestseller (2011); La mafia come soggetto politico (2013); Mafia and Antimafia. A Brief History (2015); Phänomen Mafia. Geschichte der Mafia und Antimafia (2016); La strage rimossa. Nola, 11 settembre 1943. La Sicilia e la Resistenza (2016); La mafia dimenticata. La criminalità organizzata in Sicilia dall’Unità d’Italia ai primi del Novecento. Le inchieste, i processi (2017).
È autore anche di scritti satirici e letterari, come Una modesta proposta per pacificare la città di Palermo (1985), aggiornato e ripubblicato con il titolo: Una ragionevole proposta per pacificare la città di Palermo di Anonimo del XX secolo (2006); Libro di Giona (1993); I giorni della peste. Il festino di Santa Rosalia tra mito e spettacolo (1999, 2006); Il Cavallo e la Fontana (2002); Le colombe sulla Rocca (2010); Dalla parte di Pollicino (2014); Le fiabe di nonna Eroina (2016) con Franco Donarelli.
Anna Puglisi, docente universitaria in pensione, ha militato nei gruppi di Nuova Sinistra, è stata socia fondatrice dell’Associazione delle donne siciliane per la lotta contro la mafia e svolge a tempo pieno attività presso il Centro.
Ha pubblicato: La mafia in casa mia (1986 e successive ristampe; 2018 nuova edizione ampliata), storia di vita di Felicia Bartolotta Impastato, madre di Giuseppe, raccolta con Umberto Santino; Sole contro la mafia (1990), storie di vita di Michela Buscemi e Piera Lo Verso, donne del popolo di Palermo costituitesi parte civile in processi contro la mafia; Donne, mafia e antimafia (1998, 2005); Storie di donne. Antonietta Renda, Giovanna Terranova e Camilla Giaccone raccontano la loro vita (2007).
L’ 8 marzo 2008, in occasione della Giornata Internazionale della Donna, dedicata alle Donne per la Democrazia, a 60 anni dalla Costituzione della Repubblica Italiana e dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha conferito ad Anna Puglisi l’onorificenza di Commendatore dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana, con la seguente motivazione:
Con i suoi studi e la sua attività di raccolta di testimonianze di vita, svolta soprattutto attraverso il Centro Siciliano di Documentazione, intitolato a Giuseppe Impastato, ha valorizzato il contributo delle donne nella mobilitazione antimafia.