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Memoriale laboratorio della lotta alla mafia

LA MEMORIA E IL PROGETTO

 

 

Umberto Santino
Maggio 2014
Per la creazione di un Memoriale-laboratorio per la lotta alla mafia. 

Il Centro Impastato da anni propone di creare a Palermo un Memoriale-laboratorio della lotta alla mafia. Pensiamo a una struttura polivalente, da realizzare con un impegno unitario, che sia insieme:
percorso museale sulla mafia e sull’antimafia (l’abbiamo delineato nella cartella dal titolo “Mafia e antimafia ieri e oggi” e nel progetto di mostra “Fare memoria” che sposa i criteri della museologia moderna che privilegia l’interattività);
itinerario didattico (utilizzando i materiali prodotti dalle scuole con cui operiamo da molti anni e con cui operano altre associazioni e fondazioni);
biblioteca, emeroteca e archivio di documenti (verseremmo i materiali raccolti in 37 anni di attività);
cineteca e videoteca;
istituto di ricerca (in continuità con le nostre attività documentate in decine di pubblicazioni, e in collegamento con Università e Istituti di ricerca a livello locale, nazionale e internazionale);
luogo di incontro e di progettazione.
In breve: uno spazio da vivere e non solo un museo da visitare.
La proposta, presentata all’Amministrazione comunale e alla Regione (che nel 2010 ha costituito un comitato per la creazione di un Museo della memoria e della legalità, che non si è realizzato), era stata accolta nei programmi per la candidatura di Palermo capitale della cultura europea 2019, e ha raccolto molteplici adesioni, da Francesco Renda, grande storico della Sicilia e delle lotte contadine dai Fasci siciliani al secondo dopoguerra, recentemente scomparso, alla Cgil, di fondazioni e associazioni, tra cui Addiopizzo, Libero Futuro, CRESM Belice/Epicentro, Salvare Palermo, Lega Ambiente, e si è avvalsa della collaborazione e potrebbe contare sulla disponibilità di operatori culturali con una lunga esperienza sul terreno degli allestimenti di gallerie e di mostre.
Abbiamo indicato varie possibili sedi, e nel corso di un recente incontro con l’Assessore alla Cultura del Comune di Palermo è stato indicato un palazzo nel centro storico, di proprietà comunale, come possibile sede del Memoriale.

Prime adesioni (2012 – 2015):

1) Antonio Riolo, Cgil regionale; 2) Maurizio Calà, Cgil Palermo; 3) Daniele Marannano, Addiopizzo; 4) Enrico Colajanni, Libero futuro; 5) Giuseppe Maiorana, Cresm Belice/epicentro; 6) Mimmo Fontana, Legambiente; 7) Gianfranco Amenta, Fondazione Costa; 8) Maria Falcone, Fondazione Falcone; 9) Giada Licalzi, Progetto legalità; 10) Maurizio Artale, Centro Padrenostro; 11) Rosanna Pirajno, Salvare Palermo; 12) Sergio Cipolla, Ciss; 13) Giovanni Massa, Ferribotte film; 14) Egle Palazzolo, giornalista; 15) Raffaella De Pasquale, Associazione Nuvole; 16) Nando dalla Chiesa, Università statale di Milano; 17) Jane e Peter Schneider, sociologi; 18) Alessandra Dino, Università di Palermo; 19) Federico Varese, Oxford university; 20) Antonio La Spina, Università di Palermo; 21) Giovanni Impastato, Casa memoria – Cinisi; 22) Simona Mafai, “Mezzocielo”; 23) Salvatore Nicosia, Istituto Gramsci siciliano; 24) Crispino Di Girolamo, Di Girolamo editore; 25) Lucia Pierro, Autonome forme; 26) Deborah Puccio, Cnrs-ehess – Parigi; 27) Maurizio Catino, Università Bicocca di Milano; 28) Donatella Natoli, Biblioteca Balate – Palermo; 29) Valeria Ajovalasit, Arcidonna; 30) Giuseppe La Licata, Associazione Voltaire; 31) Preziosa Salatino, Teatro Atlante; 32) Sergio Lo Verde, Associazione Accunamatata; 33) Cristina Alga, Clac; 34) Paola Marino, Mira Comunicazione; 35) Fabio Montagnino, Consorzio Arca; 36) Ottavio Navarra, Navarra editore; 37) Totò Cernigliaro, Solidaria; 38) Martina Mazzeo, Stampo antimafioso; 39) Monica Massari, Università di Napoli; 40) Giuseppe Tramontana, Liceo Curiel di Padova; 41) Bernardino Palumbo, Università di Messina; 42) Pietro Saitta, Università di Messina; 43) Pia Blandano, Istituto Margherita di Palermo; 44) Giulia Centineo, Università California; 45) Francesca Forno, Università di Bergamo; 46) Salvatore Palidda, Università di Genova; 47) Dino Paternostro, Camera del lavoro “Placido Rizzotto” – Corleone; 48) Salvo Lipari, Arci Sicilia; 49) Peter Søndergaard, Università di Roskilde; 50) Marco De Biase, Université Libre de Bruxelles; 51) Giovanna Maggiani Chelli, Associazione tra i familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili; 52) Claudio Riolo, Università di Palermo; 53) Andrea Cozzo, Università di Palermo; 54) Fabrice Rizzoli, Flare Francia; 55) Fulvio Vassallo, Università di Palermo; 56) Vincenzo Ruggiero, Middlesex University- London; 57) Sergio Tanzarella, Pontificia Facoltà Teologica del Mezzogiorno; 58) Monica Garraffa, Biblioteca Balate – Palermo; 59) Paolo Cuttitta, Vrije Universitet – Amsterdam; 60) Bianca Stancanelli, giornalista; 61) Giusi Tumminelli, Associazione Nahuel; 62) John Dickie, University College di Londra; 63) Tindaro Bellinvia, Università di Messina; 64) Pina Grassi, antiracket; 65) Niccolò Mignemi, École des hautes études en Sciences sociales di Parigi; 66) Gert Sørensen, Università di Copenhagen; 67) Giuseppe Casarrubea, Associazione Portella e non solo; 68) Vittorio Mete, Università di Catanzaro; 69) Antonio Vesco, Università di Siena; 70) Rocco Sciarrone, Università di Torino; 71) Ilaria Moroni, Archivio Flamigni; 72) Augusto Cavadi, Liceo Garibaldi – Palermo); 73) Cosimo Scordato, Chiesa S. Francesco Saverio Albergheria – Palermo; 74) Giovanni Carbone, Scuola Secondaria Stia – Arezzo; 75) Ivan Cicconi, Itaca: Istituto per la trasparenza degli appalti e la compatibilità ambientale; 76) Dario Riccobono, Addiopizzo travel soc. coop. a r.l.; 77) F. Gaetano Moiraghi, Wikimafia; 78) Marco Santoro, Università di Bologna; 79) Giovanni Caselli, illustratore ; 80) Umberto Di Maggio, Libera Sicilia; 81) Marco Fraceti, Osservatorio antimafie di Monza e Brianza; 82) Francesco Biscione, storico; 83) Monica Zapelli, sceneggiatrice; 84) Diego De Silva, scrittore; 85) Graziella Proto, “Casablanca”; 86) Riccardo Orioles, “I Siciliani giovani”; 87) Rita Calabrese, Università di Palermo; 88) Renate Siebert, Università della Calabria; 89) Paolo Jedlowski, Università della Calabria; 90) Caterina Ruta, Università di Palermo; 91) Anna Maria Ruta, saggista e curatrice di mostre; 92) Charles Henri de Choiseul, Ogc – Observatoire geopolitique des criminalites; 93) Louise Shelley, Traccc – Terrorism transnational crime and corruption center; 94) Paula M. Salvio, University of Hampshire – Usa; 95) Melania Federico, Istituto comprensivo statale “Giuseppe Verdi” – Palermo; 96) Nadia Furnari, Associazione “Rita Atria”; 97) Giuseppe Restifo, Università di Messina; 98) Mario Serio, Università di Palermo; 99) Vincenzo Guarrasi, Università di Palermo; 100) Jole Garuti, Associazione ‘Saveria Antiochia’ – Milano; 101) Claudia Mirto, giornalista; 102) Enrico del Mercato, giornalista; 103) Nicola Tranfaglia, storico; 104) Maruzza Battaglia, biologa; 105) Vivian Wiwoloku, Associazione “Pellegrino della terra”; 106) Maria Antonietta Spadaro, Anisa: Associazione nazionale insegnanti di storia dell’arte; 107) Enzo Campo, Camera del lavoro – Palermo ; 108) Nando Benigno, Scuola di formazione politica ‘Antonino Caponnetto’; 109) guido fogacci, Scuola di formazione politica ‘Antonino Caponnetto’; 110) Francesco Michele Stabile, storico, parrocchia S. Giovanni Bosco – Bagheria ; 111) Salvatore Coluccello, Coventry university; 112) Orazio Cancila, storico; 113) Letizia Battaglia, fotografa; 114) Enzo Ciconte, storico; 115) Antonino Gerbino, operatore culturale; 116) Ferdinando Siringo, docente e vicepresidente Movi; 117) Francesco Santalucia, architetto; 118) Ario Melodia, esperto di installazioni museali; 119) Kris Mancuso, giornalista; 120) Giacomo Vaiarelli, liceo Galilei – Palermo; 121) Alessandro Dal Lago, docente universitario; 122) Fabia Adelfio, architteta; 123) Enrico Anello, architetto; 124) Danilo Sulis, Rete 100 passi; 125) Andrea Meccia, giornalista e scrittore; 126) Antonia Cascio, Cgil; 127) Nino Di Cara, Cresm; 128) Pino Manzella, pittore; 129) Vincenzo Scalia, criminologo; 130) Giorgio Colajanni, Addiopizzo; 131) Arturo Russo, pensionato; 132) Josette Gousseau, pensionata.

 

 

 Centro siciliano di documentazione “Giuseppe Impastato”. 3 giugno 2005
Per la creazione di un “Memoriale-Laboratorio” della lotta alla mafia. 

Negli ultimi anni più volte alcune associazioni operanti a Palermo hanno proposto la creazione di una Casa delle associazioni, uno spazio comune che ospiti sede varie realtà attualmente prive di sede o con sedi precarie e inadeguate.
Intendiamo rilanciare quella proposta ma pensiamo non solo a uno spazio-contenitore, in cui possano operare più agevolmente centri studi e associazioni, ma a qualcosa di più ampio e maggiormente rispondente a una richiesta che proviene da vari settori, in particolare dalla scuola e dalla società civile.
Un esempio: il Centro Impastato frequentemente riceve richieste di visite di scolaresche che non possiamo esaudire per l’esiguità degli spazi dell’attuale sede ma le richieste riguardano più che una visita a locali ingombri di materiali (libri, periodici, atti giudiziari ecc.) la possibilità di percorrere un itinerario che illustri la realtà della mafia e della lotta contro di essa.
Per venire incontro a questa esigenza, sempre più avvertita e diffusa, riteniamo sia necessario creare uno spazio polivalente che sia insieme: mostra permanente, attraverso l’esposizione-fruizione di materiali vari (filmati, fotografie, documenti, libri, giornali ecc.) che illustrino la storia del fenomeno mafioso e della società in cui esso si è sviluppato, e contestualmente offrano un percorso delle lotte contro di esso, dal movimento contadino a oggi; biblioteca-emeroteca e raccolta di atti giudiziari e di altri materiali di documentazione; casa delle associazioni antimafia; laboratorio per la progettazione di nuove iniziative.
Per avviare questo progetto proponiamo di allestire una mostra sulla mafia e sulla lotta alla mafia, che rielabori e integri le mostre fotografiche “Mafia oggi” e “Mafia dalla terra alla droga”, curate dal Centro, che sono state esposte in varie regioni d’Italia e in altri Paesi. La mostra dovrebbe essere un primo passo per la creazione di una struttura permanente.
Per la realizzazione della proposta, che doterebbe Palermo di un nuovo spazio che dovrebbe inserirsi in una riprogettazione del patrimonio museografico e culturale della città (per fare un esempio, manca finora un Museo della città), occorre individuare un edificio-contenitore, possibilmente confiscato alla mafia e nel centro storico (si è parlato di Villa Pantelleria come sede di una Biblioteca della legalità, ma i tempi per il restauro rischiano di essere troppo lunghi e forse sarebbe più conveniente restituirla alla sua vecchia destinazione di laboratorio musicale), che risponda alle esigenze già accennate.
Palermo e la Sicilia hanno bisogno di recuperare la loro identità e la loro storia, che non è fatta solo delle stragi e dei crimini della mafia ma anche delle lotte che l’hanno contrastata e hanno cercato di costruire una realtà diversa e che, in certi periodi, come per esempio con le lotte contadine, a cui si affiancavano le lotte degli operai del Cantiere navale, hanno generato mobilitazioni di massa tra le più grandi e significative d’Europa. E le mobilitazioni degli anni ’80 e ’90 e degli ultimi anni, il lavoro nelle scuole, l’uso sociale dei beni confiscati fanno parte di una storia che merita di essere documentata adeguatamente e rilanciata.
In altre città sono sorti spazi della memoria, come i Memoriali della Resistenza, e riteniamo che Palermo debba dotarsi di uno spazio adeguato, insieme memoria storica della sua Resistenza al dominio mafioso e progettazione di un presente e futuro di Liberazione.
In parecchi punti della città negli ultimi anni sono state apposte delle lapidi che ricordano alcuni caduti nella lotta alla mafia: un ricordo doveroso che dovrebbe estendersi e scavare nel passato meno recente. Abbiamo più volte proposto che vengano ricordati altri caduti, come Giovanni Orcel, il segretario dei metalmeccanici assassinato il 14 ottobre del 1920 nel Corso Vittorio Emanuele, all’angolo con Via Collegio Giusino, e che venga apposta una lapide in Via Alloro dove, al numero 97, non più esistente, il 21 e 22 maggio del 1893 si tenne il congresso dei delegati dei Fasci siciliani. Ma i Fasci meriterebbero qualcosa di più: una strada, una piazza, un monumento, per ricordare una stagione di lotte finita purtroppo nel sangue e nell’emigrazione. In ogni caso lapidi, monumenti, celebrazioni di anniversari da soli non bastano: la memoria richiede immagini, volti, documenti, ricerche, ricostruzioni di luoghi e di storie, itinerari percorribili e spazi frequentabili agevolmente.
Il Centro, fin dalla sua costituzione, con il convegno “Portella della Ginestra: una strage per il centrismo”, è impegnato in questa direzione e ultimamente ha collaborato con l’Associazione nazionale magistrati per la realizzazione del progetto “Le date della memoria” e la redazione del volume La memoria ritrovata, ha rivisto l’elenco dei caduti nella lotta alla mafia e delle vittime innocenti, i cui nomi sono letti il 21 marzo di ogni anno, e ha proposto all’Associazione nazionale Libera la pubblicazione di un’Agenda dell’Italia civile, con le schede sui caduti, utilizzando i materiali già pubblicati nell’opuscolo Sicilia 102.
Il Centro invita associazioni, scuole, istituti universitari, realtà culturali, forze politiche e sindacali, cittadini interessati, a un impegno comune per mettere a punto la proposta del “Memoriale-Laboratorio” e presentarsi alle Istituzioni con un progetto definito o almeno tratteggiato nelle grandi linee e con qualche indicazione relativa a spazi utilizzabili.

Nel frattempo il Centro espone una sua esigenza: l’attuale sede è inadeguata, e per la mole dei materiali accumulati in quasi trent’anni di attività e per l’impossibilità di fruizione di buona parte di essi, in particolare dei materiali dell’emeroteca. Si pone con urgenza il reperimento di altri locali, quanto meno per ospitare l’emeroteca, per conservare un patrimonio che rischia il deperimento e la distruzione e per consentirne la fruizione.
Proponiamo pertanto che i materiali dell’emeroteca vengano sistemati adeguatamente per il tempo occorrente per la realizzazione del progetto più ampio e invitiamo quanti dispongono dello spazio necessario, o possono darci indicazioni utili, a prendere contatti con il Centro.

Palermo, 30 giugno 2005
Umberto Santino
Presidente del Centro Impastato

 

 

Mozione depositata il 3 agosto 2005 dal Consigliere comunale di “Primavera siciliana”

Premesso che:

  • la memoria e l’identità delle giovani generazioni vanno costruite ed alimentate in primo luogo dalla coerenza dell’agire di quanti, sono responsabili del governo della società, ma anche attraverso luoghi che custodiscano le testimonianze del passato e delle lotte spesso pagate con la vita da chi ha voluto combattere la mafia e il sottosviluppo cui essa ha condannato e condanna tuttora la Sicilia;
  • i valori di una comunità, le idee, le abitudini, ciò che oggi chiamiamo cultura, si sostanziano anche di artefatti e testimonianze concrete e materiali in cui ognuno/tutti si riconoscano e, a partire dalla memoria del passato, sappiano costruire il futuro della collettività;
  • Palermo non possiede ancora un Museo cittadino che funga da memoriale e contenitore delle testimonianze della lotta alla mafia, non ancora conclusa in cui essa è purtroppo ancora determinante in relazione ai numerosi e gravi ritardi che impediscono il formarsi di una identità civile sana e degna di una città che ambisce a definirsi europea;

considerata:

  • l’attività che da molti anni il “Centro di documentazione G. Impastato”, insieme ad altre associazioni, svolge nel custodire, alimentare e trasmettere ai cittadini, e in particolar modo ai giovani, i valori autentici dell’antimafia;
  • vista la proposta formulata dal Centro di documentazione Giuseppe Impastato di costituzione di un memoriale-laboratorio che possa altresì costituire la sede comune delle associazioni palermitane impegnate nella diffusione della lotta contro la mafia e per l’affermazione della cultura della legalità;

IL CONSIGLIO COMUNALE IMPEGNA IL SINDACO

  • a rendere disponibili i locali di Palazzo Tarallo e a impegnare le risorse finanziarie necessarie alla costituzione di un Museo, luogo della memoria, dotato di una biblioteca e di spazi didattici per mostre tematiche e laboratori sulla mafia che forniscano ai visitatori strumenti storiografici per una adeguata comprensione del fenomeno mafioso e contribuiscano alla formazione di una cittadinanza consapevole che costruisca il futuro anche attraverso la memoria del passato;
  • a prevedere che nello spazio museale possano essere accolte le associazioni palermitane impegnate nella diffusione della lotta contro la mafia e per l’affermazione della cultura della legalità;
  • a individuare nel Centro di documentazione Giuseppe Impastato direttamente o nelle forme che questo riterrà di proporre, semprecché condivise dall’Amministrazione Comunale, il consegnatario, il curatore dell’allestimento dello spazio museale, nonché il garante della gestione dell’immobile;
  • a prevedere che nello spazio museale possano essere accolte lo associazioni palermitane impegnate nella diffusione della lotta contro la mafia e per l’affermazione della cultura della legalità;
  • a individuare nel Centro di documentazione Giuseppe Impastato direttamente e nelle forme che questo riterrà di proporre, semprecché condivise dall’Amministrazione comunale, il consegnatario, il curatore dell’allestimento dello spazio museale, nonché il garante della gestione dello spazio.

Seguono le firme di: Antonella Monastra, Emilio Arcuri, Giuseppe Di Lello, Maurizio Caruso, Rosario Filoramo, Salvatore Alotta, Giuseppe Apprendi, Ninni Terminelli

 

Campagna della memoria. 13 ottobre 2005
Memoriale-laboratorio della lotta alla mafia. Ricordare Orcel e altre iniziative – Conferenza stampa.

Giovedì 13 ottobre 2005, alle ore 10,30, nei locali del Centro Impastato, via Villa Sperlinga 15, si svolgerà una conferenza stampa per la presentazione della proposta:

Campagna della memoria
La memoria e il progetto
Per la creazione di un memoriale-laboratorio
della lotta alla mafia.
Ricordare Orcel e altre iniziative.

La conferenza è promossa dal Centro Impastato; partecipano: Libera, l’Arci e la Cooperativa Lavoratori del Cinema e del Teatro (CLCT).

Il Centro Impastato, in continuità con la sua attività avviata nel 1977 con il convegno nazionale: “Portella della Ginestra: una strage per il centrismo”, proseguita con le sue ricerche, con la pubblicazione del volume Storia del movimento antimafia, con la collaborazione con l’Associazione nazionale Libera per la redazione dell’elenco dei caduti nella lotta contro la mafia, i cui nomi vengono letti il 21 marzo e la proposta di pubblicazione di un’Agenda dell’Italia civile, e con l’Associazione nazionale magistrati per la pubblicazione di un calendario e il concorso nelle scuole che ha prodotto il volume La memoria ritrovata, promuove una campagna della memoria, programmando le seguenti iniziative:

1) creazione di un Memoriale-Laboratorio della lotta alla mafia. La proposta ha già incontrato un certo interesse e alcuni consiglieri comunali hanno presentato una mozione con l’indicazione di uno spazio per la realizzazione di una struttura polivalente, che sia insieme: mostra permanente sulla storia della mafia, della lotta contro di essa e del contesto sociale, biblioteca-emeroteca, casa delle associazioni antimafia, laboratorio per la progettazione di nuove iniziative.

2) Ricordare i caduti nelle lotte contro la mafia. Iniziative in programma: ricordare Giovanni Orcel dirigente sindacale assassinato il 14 ottobre 1920. Lapide sul luogo dell’assassinio: Corso Vittorio Emanuele – angolo con via Collegio del Giusino; pubblicazione di un libro (autore Giovanni Abbagnato), preparazione di un video, con CLCT (Cooperativa Lavoratori del Cinema e del Teatro).
Ricordare i Fasci siciliani: lapide in via Alloro 97, dove nel maggio del 1893 si tenne il congresso regionale dei Fasci siciliani. Lapidi nei paesi in cui avvennero i massacri ai tempi dei Fasci e iniziative di studio e riflessione nelle scuole e in altri luoghi.

3) Raccolta di testimonianze dei protagonisti delle lotte contadine.

Umberto Santino, Presidente del Centro Impastato

 

Una proposta del Centro Impastato. 31 ottobre 2006
Un “Memoriale-Laboratorio” della lotta alla mafia

Qualche tempo fa il Centro Impastato aveva lanciato la proposta della creazione a Palermo di un Memoriale-laboratorio della lotta alla mafia. La proposta nasceva da una duplice esigenza: offrire un percorso storico dell’evoluzione del fenomeno mafioso, dalle origini ai nostri giorni, e soprattutto delle lotte contro di esso, dal movimento contadino a oggi; creare una casa delle associazioni che ospitasse le varie realtà operanti nella città, che spesso non hanno una sede o hanno sedi precarie e inadeguate. E per avviare la realizzazione del progetto il Centro proponeva che si cominciasse con l’allestimento di una mostra fotografico-documentaria, che riprendesse e integrasse le mostre curate dallo stesso Centro nella sua trentennale attività.
La proposta mirava a una riprogettazione del patrimonio museografico della città, mettendo finalmente in cantiere la creazione di un Museo storico di Palermo e della Sicilia. In altre città sono sorti negli ultimi anni luoghi della memoria, come per esempio i Memoriali della Resistenza. Palermo e la Sicilia hanno vissuto la lotta alla mafia come una Resistenza permanente, che ancora non è finita e che per alimentarsi ha bisogno di recuperare la memoria, ricostruendone la trama in moda da renderla fruibile da tutti i cittadini, come pure da visitatori non frettolosi, e di trovare uno spazio comune di riflessione e di programmazione, per avviare iniziative unitarie, nel rispetto della storia e dell’identità di ciascuno.
Non so che fine abbia fatto la mozione presentata nel luglio del 2005 da alcuni consiglieri comunali, con la proposta di utilizzare Palazzo Tarallo, in via delle Pergole, come sede del Memoriale; come si ricorderà, la proposta di utilizzare Villa Pantelleria, confiscata ai mafiosi, come Biblioteca della legalità, non si è potuta realizzare, per la pretesa dell’amministrazione comunale che le associazioni coinvolte in quel progetto (il Centro Impastato, il Centro Terranova, la Fondazione Costa, il Centro Pio La Torre) affrontassero le spese di restauro. Ma questo non vuol dire che non si possano trovare altre strade, individuando un altro bene confiscato alla mafia o coinvolgendo nell’iniziativa l’Università, che in questi anni è riuscita ad avviare il restauro di immobili prestigiosi, per lungo tempo condannati all’incuria e all’abbandono, come dimostrano le recenti iniziative di aprire i cantieri di restauro ai cittadini.
Credo che le associazioni più seriamente impegnate, le scuole che da anni svolgono iniziative di educazione a una legalità non solo formale, gli istituti universitari, l’Università nel suo complesso possano essere disponibili per portare a compimento un progetto che qualificherebbe il patrimonio culturale cittadino e regionale e possano insieme contribuire a rinnovare le politiche istituzionali, ben note per la disinvoltura con cui si sprecano milioni di euro in iniziative che di culturale hanno soltanto il nome.
Qualche parola, infine, sui sindacati, in particolare sulla Cgil. L’anno scorso, in seguito a una mia richiesta, i dirigenti della Camera del lavoro avevano assicurato che avrebbero posto quanto prima una lapide per ricordare Giovanni Orcel, il segretario dei metalmeccanici ucciso dalla mafia il 14 ottobre 1920, sul luogo dell’assassinio, all’angolo tra Corso Vittorio Emanuele e via Collegio Giusino. La lapide ancora non si è vista e nell’aprile scorso avevo proposto al segretario regionale che la mostra di cui parlavo prima venisse inserita tra le iniziative per il centenario della Cgil. La proposta finora è stata lasciata cadere e nella mostra dal titolo “I costruttori” ospitata all’Albergo delle povere la Sicilia era quasi completamente assente. E dire che il ruolo del sindacato nella lotta contro la mafia è stato fondamentale e il suo tributo di sangue altissimo. Spiace che la memoria di quella storia non trovi l’accoglienza che meriterebbe tra gli eredi dei suoi protagonisti.

Umberto Santino, Presidente del Centro Impastato

“La Repubblica – Palermo”, 31 ottobre 2006

 

Lettera (manoscritta) del professore Francesco Renda. 26 luglio 2007

Palermo 26/07/2007
A Umberto Santino
Direttore del Centro Impastato
Palermo

Caro Umberto,

sono onorato di aderire al progetto Museo Memoriale delle vittime della mafia; io aggiungerei di tutte le vittime della mafia, compresi i dirigenti e militanti contadini del secondo dopoguerra e i capi contadini, come Bernardino verro, Lorenzo Panepinto, Nicolò Alongi e altri che si scontrarono con la mafia al tempo delle affittanze contadine.

Cordialmente
Francesco Renda

 

In memoria di Giovanni Orcel. 15 ottobre 2007

La Camera del Lavoro di Palermo, la CGIL Sicilia e il Centro siciliano di documentazione “Giuseppe Impastato”

nell’87° anniversario dell’assassinio di Giovanni Orcel

presentano il libro di Giovanni Abbagnato

Giovanni Orcel
Vita e morte per mafia di un sindacalista siciliano
1887 – 1920

Di Girolamo Editore

Intervengono: Maurizio Calà, Umberto Santino, Italo Tripi. Conclude: Gianni Rinaldini. Sarà presente l’Autore

15 ottobre 2007, ore 10

Biblioteca centrale della Regione siciliana

Alle ore 9,30 sulla facciata della Biblioteca, all’angolo con via Collegio di Giusino, luogo del delitto, sarà scoperta una lapide.

 

 

Istituto comprensivo statale “A.Ugo” – Palermo
Centro Siciliano di Documentazione “Giuseppe Impastato” – Onlus

 Proposta di progetto in rete. Anno scolastico 2008-2009

“LA MEMORIA E IL PROGETTO”
Per la creazione di un memoriale-laboratorio della lotta alla mafia

  nell’ambito della circolare n.4/2007 dell’Assessorato beni culturali ambientali e della pubblica istruzione  relativa a
Interventi in favore delle scuole e delle facoltà universitarie siciliane per lo svolgimento di attività per la formazione civile degli alunni
articolo 14 della legge regionale 13 settembre 1999  n. 20. Es. fin. 2007.

Palermo e la Sicilia hanno bisogno di recuperare la loro identità e la loro storia, che non è fatta solo delle stragi e dei crimini della mafia ma anche delle lotte che l’hanno contrastata e hanno cercato di costruire una realtà diversa e che, in certi periodi, come per esempio con le lotte contadine, a cui si affiancavano le lotte degli operai del Cantiere Navale, hanno generato mobilitazione di massa tra le più grandi e significative d’Europa. E le mobilitazioni degli anni ’80 e ’90 e degli ultimi anni, il lavoro nelle scuole, l’uso sociale dei beni confiscati fanno parte di una storia che merita di essere documentata adeguatamente e rilanciata.
In altre città sono sorti spazi della memoria, come i Memoriali della Resistenza, e riteniamo che Palermo debba dotarsi di uno spazio adeguato, insieme memoria storica della sua Resistenza al dominio mafioso e progettazione di un presente e futuro di Liberazione.
Si tratta di pensare uno spazio polivalente, che sia fisico ma principalmente “mentale” dove strutturare dei veri e propri “itinerari della memoria” che illustrino la realtà della mafia e della lotta contro di essa., attraverso mostre, prodotti multimediali, laboratori per la progettazione partecipata. La proposta in prospettiva doterebbe Palermo di uno spazio che dovrebbe inserirsi in una riprogettazione del patrimonio museografico e culturale della città.
La memoria richiede immagini, volti, documenti, ricerche, ricostruzioni di luoghi e di storie.
Scuole, associazioni, realtà culturali, in rete, insieme possono mettere a punto la proposta del “Memoriale- Laboratorio”.

Scuole aderenti: ICS “A. Ugo” (scuola capofila), DD “Bonanno” di Palermo, D.D. di San Giuseppe Jato, IPA di San Giuseppe Jato (sez. staccata dell’Istituto Superiore “Basile” di Monreale), ITC “Crispi” di Palermo, IPSSCT “Einaudi” di Palermo, ICS Manzoni di Montelepre, DD di Belmonte Mezzano.

Contenuti: 1) Mafia e antimafia: stereotipi e paradigmi; 2) storia della mafia e dell’antimafia; 3) i protagonisti: dalle lotte contadine all’impegno della società civile; 4) il ruolo delle donne.

Il percorso: nell’attuale contesto culturale e sociale si rende sempre più necessario trovare semplici strategie operative che suscitino nei ragazzi interesse per alcune tematiche fondamentali utili alla formazione dello studente-cittadino. Questo percorso propone un’attività educativa e didattica che favorisce la riflessione e l’approfondimento delle problematiche relative ai diritti, ai doveri, all’impegno per la legalità,  attraverso il recupero della memoria.
Il percorso si articola attraverso le seguenti direttrici di intervento che convergono nella realizzazione del prodotto finale: 1) riflessione sul concetto di legalità e analisi dei comportamenti legali ed illegali a livello quotidiano e nel territorio. Legalità formale e sostanziale; 2) ricerca e studio di documenti (libri, articoli di giornali, inchieste televisive, film, testi di canzoni, poesie…) su eventi significativi riguardanti il fenomeno mafioso ma principalmente la lotta alla mafia; 3) elaborazione di semplici testi e disegni, video e altri materiali, sulle tematiche approfondite.
Obiettivi
Formativi: 1) distinguere comportamenti legali e illegali nella vita quotidiana e più in generale nel contesto sociale e istituzionale; 2)comprendere che in una società civile l’organizzazione della vita  personale e sociale si fonda sul rispetto della legalità democratica; 3)riconoscere le influenze “ambientali” negative che incidono sui comportamenti propri e altrui; 4) conoscere le fasi significative e i principali protagonisti della lotta contro la mafia; 5) elaborare semplici strategie di contrasto a comportamenti illegali; 6) capire che condizioni quali dignità, libertà, solidarietà, vanno perseguite, volute, conquistate, protette e difese; 7) costruire percorsi di cittadinanza attiva.
Cognitivi: 1) decodificare vari tipi di testo; 2) servirsi di diversi linguaggi per comunicare un messaggio; 3) scrivere un testo in forma breve ed esauriente; 4) condurre una ricerca storica; 5) cogliere analogie e differenze tra eventi e situazioni; 6) applicare teorie, concetti noti ad eventi nuovi; 7) ipotizzare strategie per raggiungere un risultato.
Attività: 1) laboratori con le classi; 2) formazione dei docenti.
Metodologia di lavoro: il percorso della memoria dovrebbe articolarsi dedicando alle varie scansioni temporali un tema specifico, corredato da informazioni relative all’argomento trattato e brevi annotazioni riguardo ad alcuni movimenti e personaggi significativi; saranno inoltre riportati testi di canzoni, brani letterari, poesie, rapporti di organizzazioni. I ragazzi lavorano in piccoli gruppi per la realizzazione delle varie sezioni, l’insegnante guida la riflessione sugli argomenti problematici, orienta e facilita la progettazione del lavoro e la ricerca del materiale.
Il percorso può essere avviato e supportato dai materiali prodotti dal Centro siciliano di documentazione “Giuseppe Impastato” e dall’intervento di esperti del Centro di documentazione “Giuseppe Impastato” e del Comitato Esserci.