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I mandarini di Ciaculli

I mandarini di Ciaculli

130/2000 palermo 31. 12. 2000
Il Centro Impastato adotta un mandarino di Ciaculli

Abbiamo incontrato Salvino Bonaccorso, presidente dell’associazione “Il tardivo di Ciaculli” per dirgli che il Centro Impastato aderisce alla campagna per salvaguardare il Parco agricolo di Ciaculli dall’abusivismo edilizio, adottando un albero di mandarino, ma anche per esprimergli la nostra disponibilità a collaborare a un programma di iniziative che rilancino il progetto e coinvolgano la società civile.
Visitando l’agrumeto che si arrampica sulle colline che sovrastano Croceverde Giardina ci si rende conto del tanto che è stato fatto dai soci dell’associazione ma pure dell’avanzare della diarrea di cemento che minaccia di distruggere un grande polmone di verde agricolo.
Ci chiediamo: perché il progetto Life è stato abbandonato? perché si è lasciato che mani interessate incendiassero le piante che erano state collocate a margine dell’area agrumetata? cosa si aspetta a buttare giù le costruzioni abusive?
Le risposte non sono difficili. In questi anni qualcuno ha giocato a vendere un’immagine che non risponde alla realtà, dando per già realizzati progetti che erano ancora sulla carta o appena avviati, lasciando credere che la città sia diventata una capitale mondiale della “cultura della legalità” quando essa vive in buona parte di illegalità e l’illegalità si respira a tutti i livelli, dai comportamenti della vita quotidiana alle forme di signoria mafiosa diffuse sul territorio. A Ciaculli e a Croceverde, come del resto nel centro storico e nelle periferie, la mafia potrà essere sradicata solo se si riesce a realizzare un’economia legale forte, sostanziata da una cultura della partecipazione democratica, con un taglio netto all’assistenzialismo e alle deleghe a presunti liberatori.
La proposta che viene dall’associazione che ha sede a Croceverde si inserisce dentro una strategia che coniuga il rilancio dell’economia agricola con la valorizzazione dell’ambiente e il protagonismo dei coltivatori e degli abitanti. In questa strategia ci riconosciamo pienamente e, nei limiti delle nostre possibilità, daremo il nostro contributo perché questo modo concreto di fare lotta alla mafia abbia il successo che merita.

Umberto Santino, Presidente del Centro Impastato