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Ricordando Rocco Chinnici

Ricordando Rocco Chinnici

Per Rocco Chinnici e gli altri caduti nella strage del 29 luglio 1983

Il Centro Impastato ricorda Rocco Chinnici, Salvatore Bartolotta, Mario Trapassi e Stefano Li Sacchi, caduti nella strage del 29 luglio 1983.
Per il suo ruolo nell’avvio del lavoro del pool antimafia e per l’impegno culturale ed educativo in molte iniziative di studio e nelle scuole, Rocco Chinnici è un punto di riferimento per quanti pensano che la lotta contro la mafia sia uno dei terreni essenziali per lo sviluppo democratico del nostro Paese.
Ricordare la sua attività e il suo sacrificio, al di là delle celebrazioni rituali, è particolarmente significativo oggi che l’impegno antimafia rischia di diventare un lontano ricordo. In questi anni boss e gregari sono stati duramente colpiti, anche se la latitanza di Provenzano ha già battuto tutti i record; i mafiosi hanno capito che bisogna controllare la violenza rivolta verso l’alto e sulla base dell’idea che una mafia che non uccide personaggi importanti non desta particolare preoccupazione la legislazione antimafia è stata attenuata o cancellata. Ma è sul fronte delle relazioni della mafia con il contesto sociale, e in particolare del rapporto con la politica, che si registrano fallimenti e involuzioni. I processi contro politici e rappresentanti delle istituzioni si sono conclusi con assoluzioni, ripristinando la vecchia “insufficienza di prove”, e alle ultime elezioni erano candidati, e sono stati eletti con valanghe di voti, politici sotto processo. Le recenti condanne di Claudio Riolo e di chi scrive al risarcimento danno da diffamazione a mezzo stampa stanno a significare che di mafia e politica non bisogna neppure parlare.
Oggi ci sono uomini di governo che ostentano l’illegalità e l’impunità come medaglie al valore e additano i magistrati impegnati nelle inchieste sulle stragi, su mafia e corruzione come uomini di parte che intingono la penna nell'”inchiostro rosso”. Di che stoffa sia il garantismo di Berlusconi o di Taormina lo si è visto a Genova. Il Centro Impastato ha aderito al Genoa social forum, siamo contro ogni forma di violenza, ma le forze dell’ordine, in molti casi pienamente documentati, hanno calpestato la legalità e il governo di centrodestra ha gravissime responsabilità, anche se non vanno taciute quelle di uomini che erano stati scelti dal centrosinistra.
Ricordare Rocco Chinnici e con lui tutti i caduti nella lotta contro la mafia vuol dire rinnovare un impegno per la legalità democratica che oggi è messa a dura prova.
Vogliamo ricordare anche l’impegno di Chinnici nell’inchiesta sul delitto Impastato, finalmente approdata alla condanna di Vito Palazzolo, al processo contro Gaetano Badalamenti e alla relazione della Commissione antimafia sul depistaggio. Risultati che si devono all’impegno di magistrati come Chinnici e gli altri che si sono prodigati perché il delitto non restasse impunito, alle sollecitazioni dei familiari e dei compagni di Impastato e all’attività più che ventennale del Centro a lui intitolato.

Umberto Santino, Presidente del Centro Impastato